Il Consorzio Cinque Terre Sciacchetrà è assolutamente contrario all’ampliamento del territorio in cui si può produrre il vino DOP. Cinque terre Sciacchetrà». Poche ma significative parole quelle di Bartolomeo Lercari, noto agronomo, ma soprattutto presidente dell’associazione di aziende produttrici tra Riomaggiore e Monterosso del pregiato passito. Respinte dunque al mittente le serenate dei “cugini” di Levanto e Bonassola, a loro volta produttori di importanti vini doc. Il “brand” Cinque Terre è già troppo inflazionato e meno che meno si può attribuire a prodotti come il nettare di Bacco. Di più.
La zona di produzione del Cinque Terre Sciacchetrà DOP è quella, rigorosamente lo scenario delle Cinque Terre, con le sue caratteristiche geomorfologiche e le sue uve Bosco, Albarola e Vermentino, e dunque non si tocca. Luca Natale, portavoce del Parco Cinque Terre, fa eco all’intervento del presidente Vittorio Alessadro, contrario all’estensione del territorio di produzione dello Schiacchetrà. “Il disciplinare del famoso passito – inizia – è datato 1973. Venticinque anni più tardi la Doc venne riconosciuta anche ai vini colline di Levanto che comprendono anche Bonassola. Non si capisce perché 50 anni si vogliono cambiare le carte in tavolo. Mi sembra pretestuoso parlerà di Sciacchetrà a Levanto e Bonassola”.
Fonte: La Nazione La Spezia