Kpmg – Federalimentare calcolano un balzo del +180% del fenomeno dell’italian sounding fra il 2001 e il 2010 che oggi incide per un 25% sull’export del comparto alimentare del nostro Paese. Il mercato della contraffazione alimentare nel mondo, insieme a quello dell’italian sounding, generano un giro d’affari di 6o miliardi (di cui 6 miliardi riguardano la contraffazione vera e propria e 54 miliardi l’imitazione dei prodotti). Di questi 27 miliardi sono localizzati solo in Nord America.I prodotti più colpiti sono formaggi, pasta, sughi, pomodori pelati e conserve di pomodori, olio, salumi e vino.
Di questi temi e della valorizzazione e protezione del made in Italy si è parlato ieri a Expo nel convegno organizzato da Kpmg nel padiglione “Cibus è Italia” di Federalimentare . Il presidente di Federalimentare – Luigi Scordamaglia – sottolinea l’importanza di aggregarsi in quanto “Per competere all’estero la dimensione d’impresa è un fattore imprescindibile: alcuni hanno sviluppato piattaforme distributive, altri si sono uniti in consorzi ed esiste la strada delle acquisizioni. Bisogna ricordarsi che nell’agroalimentare è fondamentale la localizzazione in Italia che è elemento di valore aggiunto». Massimo fabio – partner di Kpmg – ricorda che «le aziende italiane possono aumentare il loro export ricorrendo agli strumenti del diritto internazionale e doganale che consentono di difendersi da standard protezionistici troppo rigidi e da fenomeni di contraffazione. Ad esempio basta una richiesta all’Agenzia delle dogane per attivare il circuito doganale di controllo a livello europeo che tutela i marchi a denominazioni di origine e intellectual property rights da forme di contraffazione”.
FONTE: Il Sole 24 Ore