Sono stati ricevuti in audizione dalla Commissione agricoltura di Montecitorio i rappresentanti del Consorzio olio Terra di Bari DOP che, se il Governo non provvederà alla modifica di alcuni criteri di rappresentatività stabiliti dal decreto istitutivo dell’ex ministro all’Agricoltura Paolo De Casto, rischia di perdere i requisiti di riconoscimento che tutelano come tipico DOP l’olio extravergine d’oliva prodotto in Terra di Bari. All’audizione romana in Commissione agricoltura della Camera dei deputati in rappresentanza del Consorzio olivicolo barese sono intervenuti il vicepresidente Ascanio Spagnoletti Zeuli, il componente del cda Francesco Guglielmi ed il direttore Francesco Matarrese, che hanno fatto presente come molte aziende agricole sono inserite nel sistema di certificazione della Terra di Bari DOP, però non risultano poi iscritte al relativo consorzio.
E ciò al sol fine di beneficiare del sostegno accoppiato previsto dall’articolo 68 del Regolamento (UE) 73/2009, vale a dire di un ulteriore aiuto integrativo comunitario previsto esclusivamente per le produzioni di olio DOP rivenienti da uliveti iscritti e riconosciuti come tali negli appositi elenchi camerali dei terreni con piantagioni tipiche autoctone. I rappresentanti del Consorzio Terra di Bari DOP hanno infatti chiarito ai componenti della XII Commissione agricoltura della Camera che i consorzi di tutela svolgono essenzialmente un ruolo di difesa, promozione e valorizzazione del prodotto, oltre a curare gli interessi relativi alle denominazioni, però ai fini del riconoscimento devono dimostrare di avere un’adesione partecipativa delle categorie di riferimento, individuate all’interno di ciascuna filiera produttiva, ripartita secondo degli standard predeterminati dalle norme.
Fonte: Quotidiano di Bari