Per aiutare il consumatore a orientarsi nella scelta e a difendersi dalle imitazioni, il Consorzio Aceto Balsamico di Modena IGP sta studiando un sistema di qualificazione del prodotto da mettere in etichetta entro pochi mesi. Lo ha annunciato Mariangela Grosoli, Consorzio di Tutela Aceto Balsamico di Modena IGP a Efanews. Il problema sorge perché il disciplinare vieta di mettere qualunque indicazione qualificativa e numerica in etichetta, non permettendo a chi acquista di districarsi nella selva di marche e prezzi. Ma anche per bloccare i prodotti italian sounding che popolano gli scaffali esteri.
Per l’Aceto Balsamico di Modena IGP, il 2016 si è chiuso con il segno positivo in termini di volume di produzione. Oltre 94,2 milioni di litri per il prodotto certificato equivalenti a 1,30% in più rispetto al 2015, di cui quasi 74 milioni di litri – ovvero +1,91 sul 2015 – indirizzati verso l’imbottigliamento e i restanti in affinamento e invecchiamento.
Numerose sono state anche le azioni di tutela e vigilanza intraprese dal Consorzio di tutela nell’anno scorso: 180 ispezioni in gdo, supermercati, negozi specializzati, fiere e produttori e 13 controlli sulla produzione di composti con aceto balsamico Modena IGP. Nel frattempo, continua senza sosta anche l’attività di controllo della CSQA Certificazioni che nel corso del 2016 ha effettuato circa 500 visite ispettive corrispondenti a quasi 2.000 prelievi di prodotto atto a divenire Aceto Balsamico di Modena IGP e di mosto cotto e/o concentrato.
Fonte: efanews.it