SCENARIO POLITICO/NORMATIVO: Nel mese di ottobre, le prime notizie da segnalare provengono dai #Tribunali italiani: il Consorzio di tutela Nobile di Montepulciano DOP si è opposto, vincendo, a un’azienda vitivinicola della zona del Chianti che aveva usato l’aggettivo «Nobile» nella denominazione aziendale. Il collegio giudicante fiorentino del Tribunale civile delle imprese ha sancito che l’uso di tali termini configura una contraffazione dei marchi «Vino Nobile di Montepulciano», «Vino Nobile» e «Nobile», in quanto non risulta essere conforme ai principi della correttezza professionale. È stata invece esclusa la concorrenza sleale, sulla base di etichette assai diverse. Altro importante risultato quello emerso con l’ordinanza della sezione specializzata in materia d’impresa del Tribunale di Bologna contro quei prodotti che evocano o imitano la denominazione Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP: questo ha ritenuto infatti che non vi siano i presupposti per sospendere la sanzione pecuniaria e l’inibitoria inflitte dalla autorità competente ad un operatore a seguito di una contestazione di illecito per un’etichettatura considerata evocativa della DOP. Ancora, con una sentenza di primo grado che potrebbe segnare un punto di svolta per la protezione delle denominazioni di origine (e dei segni grafici che le contraddistinguono) il Tribunale di Salerno, dopo ben 16 anni di lite, il 21 ottobre ha dato ragione al Consorzio di tutela della Mozzarella di Bufala Campana DOP che vi si era appellata per una frode: la pronuncia crea un importante precedente per la tutela delle DO. Non si parla solo di tutela limitata al nome ma viene riconosciuta una condotta sleale per chi imita (anche nei colori) i marchi che contraddistinguono i prodotti DOP IGP. Si segnala inoltre che è ai nastri di partenza il maxi processo “monstre” sulla truffa del Consorzio di tutela Agnello di Sardegna IGP: la Procura della Repubblica di Sassari ha chiesto il rinvio a giudizio per 130 persone accusate di aver ottenuto finanziamenti comunitari per centinaia di migliaia di euro usando falsi marchi per gli agnelli sardi.
Gli imputati dovranno presentarsi davanti al giudice dell’udienza preliminare di Sassari il 29 gennaio prossimo. Sul fronte normativo, molte anche le #leggi nazionali/europee e gli #accordi internazionali che incidono sulle Indicazioni Geografiche. La Commissione europea ha dato il via libera al decreto sull’origine della materia prima dei prodotti caseari, sostenuto dal Mipaaf e sponsorizzato dagli allevatori italiani. E’ stato firmato il 30 ottobre il CETA, l’accordo economico e commerciale globale tra Ue e Canada, anche se ne è prevista per ora l’applicazione provvisoria, finché anche la Plenaria del Parlamento Europeo non avrà dato il suo assenso, probabilmente il prossimo gennaio (sessione del 16-19 gennaio). Ad un solo mese di distanza dalla firma dell’accordo con Alibaba, l’Italia si posiziona al quinto posto a Pechino per esportazioni, mentre detiene il primo posto a livello mondiale fra i Paesi fornitori di vino.
Sul fronte #contraffazione molti sono gli spunti da segnalare: è nato il “Codice Prosecco” in quanto la Commissione Europea ha creato un apposito codice di nomenclatura combinata a 8 cifre specifico per il Prosecco Spumante che entrerà in vigore il 1° gennaio 2017. Fino ad oggi, in Europa, solo Champagne ed Asti DOP potevano vantare un codice proprio, per tutti gli altri spumanti, tra cui il Prosecco, rimaneva un generico “altri vini spumanti DOP”, era quindi impossibile conoscere i reali flussi commerciali, ed era ancora più complesso cercare di prevenire le frodi e le contraffazioni. A proposito del Sistema Prosecco DOP, questo è sceso in campo contro il Consorzio Asti DOP che ha immesso sul mercato l’Asti Spumante “Secco” che potrebbe però ingenerare confusione nel consumatore. Si è inasprito inoltre il contenzioso tra l’Ente Nazionale Risi e l’Unione Europea la quale non difende la filiera italiane dalle importazioni asiatiche. La posizione italiana è quella di richiedere l’immediato ripristino dei dazi alle importazioni di riso da Cambogia e Myanmar, aboliti nel 2009. Il Consorzio Prosciutto Veneto Berico-Euganeo DOP ha avviato una serie di azioni con Agenti Vigilatori delle province padovana e vicentina e ICQRF per contrastare i ripetuti abusi sulla denominazione mentre la Mozzarella di Bufala Campana DOP durante la conferenza stampa dell’l’11 ottobre è stata dichiarata dalla Commissione Anticontraffazione un prodotto controllato lungo tutta la filiera in grado di respingere imitazioni sul mercato.
AGGIORNAMENTI GURI E GUUE: In merito alle nuove #registrazioni in Gazzetta Ufficiale è riportata l’aggiornamento per 3 prodotti italiani iscritti nel registro UE in settembre (Sicilia IGP, Culurgionis d’Ogliastra IGP e Pizzoccheri della Valtellina), la Lenticchia di Altamura IGP ha pubblicato la domanda di riconoscimento, mentre nella Gazzetta Italiana Lucques Du Languedoc DOP ha pubblicato la domande di registrazione. Non è stata accordata nessuna #protezionetransitoria, né per prodotti italiani che per stranieri. Riguardo ai #consorzi confermato l’incarico a 4 organismi italiani mentre ne sono stati riconosciuti 2 di nuova formazione; approvate le modifiche allo statuto per 3 organismi mentre non è stato sospeso nessun Consorzio dal proprio incarico di rappresentanza. Relativamente ai #disciplinari è stata avanzata 1 sola proposte di modifica mentre non è stata pubblicata alcuna domande di modifica; pubblicate invece nella Gazzetta italiana 2 domande di modifica avanzate da prodotti stranieri.
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