Nel periodo novembre-dicembre 2017 per il sistema dei prodotti IG italiani si riscontrano buone notizie relative alla #produzione per la Piadina Romagnola IGP, che dopo aver ottenuto il marchio a fine 2014 non fa che crescere: in Italia oggi quasi una piadina su tre è IGP (13.500 tonnellate sulle 45mila prodotte nell’ultimo anno), con la produzione certificata raddoppiata nel giro di tre anni. Anno da record anche per il Parmigiano Reggiano DOP che vede la produzione nel 2017 crescere oltre il +5%, con più di 3,65 milioni di forme previste che rappresentano il livello più alto di sempre, per cui si stimano 33,4 milioni di euro di ricavi totali nel 2018 (+32%). Situazione “agrodolce” invece per il Peperone di Pontecorvo DOP che ha visto crescere la propria produzione del +20% ma, al contempo, ha registrato una battuta d’arresto delle certificazioni. Nel comparto Wine grande partenza per il Delle Venezie DOP Pinot Grigio che, con i vini delle vendemmia 2017 ancora in vasca, ha già ricevuto ordini per 230mila ettolitri (30 milioni di bottiglie) confermando così l’impressione dei molti vedono la nuova DOP candidata a divenire la “next big thing” del vino italiano dopo il Prosecco. Risentono fortemente dell’annata difficile, invece, i vini toscani con una produzione di 145 milioni di bottiglie in meno rispetto allo scorso anno (269 milioni di litri nel 2016 161 milioni di litri nel 2017, per il -40%).
Relativamente ai #consumi nel #mercatointerno una ricerca Doxa per conto del Consorzio di tutela rileva che 8 italiani su 10 mangiano abitualmente Bresaola Valtellina IGP (un prodotto che registra una crescita dei consumi del +43% rispetto al 2000). Vola sul mercato nazionale la Cipolla Rossa di Tropea Calbria IGP, grazie anche alle recenti partnership con Findus («Minestrone Tradizionale») e McDonald’s Italia (burger «My Selection» firmato da Joe Bastianich). Siglato un accordo anche fra il Consorzio Pesca e Nettarina di Romagna IGP e Ferrero che apre un nuovo spazio di commercializzazione per valorizzare la produzione delle pesche di qualità. In merito ai #prezzi si registra un recente boom dei prezzi del Pecorino Romano DOP, arrivato anche grazie al pegno rotativo, mentre lancia l’allarme il Consorzio delle Clementine di Calabria IGP segnalando la presenza sui banchi di alcuni supermercati di clementine in vendita a 50 centesimi il chilo, un prezzo al di fuori di qualsiasi promozione e inferiore ai costi di produzione.
Infine sul fronte #export Agrifood Monitor di Nomisma prevede un export agroalimentare made in Italy nel 2017 superiore ai 40 miliardi di euro (+6% sul 2016), un record che deriva in particolare da vino, salumi e formaggi che in questi ultimi mesi hanno accresciuto le vendite tra il +7% e il +9% e che vede i propri clienti più promettenti nei Paesi extra-UE. Elementi di traino del settore si confermano i prodotti DOP e IGP, i veri simboli del made in Italy che rappresentano il 22% dell’export agroalimentare nazionale. Ottimi risultati per la Mozzarella di Bufala DOP che in 10 anni segna un +169% passando dalle 5.280 tonnellate del 2006 alle 14.190 del 2016. Buone le prospettive per il Prosciutto di Parma DOP grazie a due provvedimenti recenti che possono aprire scenari importanti: l’entrata in vigore dell’accordo CETA tra Unione europea e Canada e il riconoscimento come Indicazione Geografica in Giappone. Quest’ultimo, inoltre, ha dato il via libera anche all’importazione di Bresaola della Valtellina IGP prodotta con carne italiana.
#WineEconomy – Interessante l’analisi svolta da Ismea per l’EFOW (European Federation of Origin Wines) sul ruolo e delle principali dinamiche in atto per i vini DOP e IGP a livello europeo, in cui si evidenzia che per i prodotti a Indicazione Geografica comunitari cresce la quota delle superficie vitate (81,9% nel 2012, 83,2% nel 2016), crescono i prezzi (+1% crescita media annua dei vini DOP e +4% vini IGP), l’incidenza (quella dei vini IG passa dal 62% del 2012 al 63,4% del 2016) e se il valore della produzione ai prezzi di base del vino cresce con una media annua del +4%, il tasso dei vini a IG è del +5,3%; anche l’export delle IG fa registrare incrementi del +4,2% medio annuo.
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