Il malcontento covava da mesi e, passato il Vinitaly, i produttori legati al Distretto del vino di qualità dell’Oltrepò Pavese hanno deciso di abbandonare il Consorzio tutela vini. Uno strappo storico per la zona che è al terzo posto in Italia per produzione vitivinicola. Tutti conoscono, infatti, i prodotti di punta dell’Oltrepò: bonarda, barbera, riesling, pinot nero e lo spumante metodo classico Docg. Etichette famose e di qualità come Frecciarossa, Cà di Frara, Picchioni, Bisi, Anteo, Giorgi, Fiamberti, Quaquarini, Bruno Verdi, le Cantine di Torrevilla e tanti altri hanno deciso di lasciare l’istituzione fondata nel 1970 con la nascita del Consorzio vini tipici.
Le motivazioni del Distretto (un’ottantina di produttori «di filiera» che si sono riuniti in associazione nel 2012) sono diverse ma girano tutte attorno alla parola qualità. E a pochi giorni dall’avvio dell’Expo il tema è diventato ancora più importante per una zona che dà da bere a una parte significativa del pianeta.
«Il comparto vitivinicolo dell’Oltrepò Pavese – spiega Fabiano Giorgi, presidente del Distretto e capofila dei contestatori – ha grandi potenzialità, ma anche grandi debolezze. Nel Consorzio tutela vini il potere degli imbottigliatori esterni è eccessivo. Nello stesso tempo il territorio e la produzione locale non viene valorizzata».
Fonte: Corriere della Sera