Un disciplinare tra i più rigidi delle produzioni DOP in Italia, che impone il controllo da parte di un ente terzo fino alla fase di assaggio e d’imbottigliamento. E quello dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia DOP che conta nel complesso 92 produttori certificati. Una sessantina di questi produttori sono soci del Consorzio di tutela che quindi rappresenta l’85% della filiera certificata e che ha appena festeggiato il trentennale annunciando un «New Deal» improntato ad una maggiore comunicazione verso l’esterno. L’evento, «Nuove forme per comunicare la tradizione», si è tenuto nei giorni scorsi a Reggio Emilia. «Questo incontro – ha spiegato Andrea Bezzecchi, presidente del Consorzio di tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia DOP vuole essere un trampolino di lancio sul fronte della comunicazione all’esterno, dopo che negli ultimi anni siamo stati fagocitati dalle impellenze burocratiche legate al cambio del Disciplinare di produzione».
Oggi il disciplinare riconosce nell’ambito della categoria «affinato» i due livelli di qualità bollino «aragosta» e bollino «argento», a seconda del punteggio acquisito in degustazione, mentre il bollino «oro» continua ad essere il prodotto «extravecchio» con invecchiamento superiore ai 25 anni. «Una tipologia – sottolinea il presidente Bezzecchi – sottoposta ad un rigido controllo che arriva fino all’imbottigliamento in presenza dell’organismo di controllo. Il nuovo disciplinare dà anche la possibilitá di imbottigliare sia i 50 ml che i monodose. Ancora, adotta un nuovo organismo di controllo esterno più legato al territorio, l’OCQ, il medesimo del Consorzio del Parmigiano Reggiano DOP».
Ciò che accomuna i produttori di Balsamico Tradizionale reggiano è la passione per un tesoro del proprio territorio che viene tramandato di generazione in generazione. Ma chi produce Balsamico Tradizionale non vive solo di quello. Nel complesso, infatti, la produzione è oggi di circa 20mila bottigliette da 100 ml. Il costo per una bottiglietta va da 50 curo circa per un “bollino aragosta” fino a almeno 110-130 curo per uno stravecchio. All’estero un extravecchio può raggiungere anche i 250 euro.
Fonte: Il Sole 24 Ore – Agrisole