Appena insediatosi (nel 2014, ndr), il primo cittadino Enrico Rossi ha voluto un nuovo format per la Mostra Mercato dell’Olio e dell’Oliva, diventata da allora”Cartoceto DOP, il Festival”. Sindaco, perché? “La Mostra Mercato era alla sua 38° edizione e ritenemmo necessario cambiare veste, perché da sola l’eccellenza agroalimentare non riusciva più a catalizzare l’interesse di un pubblico extra-regionale. Occorreva creare un evento che mantenesse al centro l’olio Cartoceto DOP, quale elemento caratterizzante di questo territorio, ma che al tempo stesso avesse a corollario una serie di proposte culturali, musicali e artistiche capaci di attrarre un pubblico più ampio”.
Obiettivo centrato. “Direi proprio di sì. Già nel 2014 il Festival richiamò tanta gente e il weekend inaugurale di questa edizione 2016 (sabato e domenica scorsi) è stato davvero lusinghiero, con persone da tutto il centronord d’Italia e altre che sono venute dal Lazio e dall’Abruzzo”. Torniamo all’olio Cartoceto DOP. Quale futuro per questa straordinaria eccellenza? “In quest’ottica è di fondamentale importanza l’allargamento dell’areale della DOP. La Regione Marche e il Ministero delle politiche agricole e forestali stanno istruendo la pratica per estendere la zona di produzione dagli attuali 5 comuni (Cartoceto, Saltara, Serrungarina, Mombaroccio e una parte di Fano, ndr) ad altri 22, in modo da abbracciare anche la valle del Cesano e quella del Foglia.
E’ chiaro che a quel punto la DOP Cartoceto potrà avere un’incidenza davvero rilevante sul sistema economico provinciale a livello olivicolo. “Regione e Ministero hanno quasi completato il lavoro, l’ultima parola spetterà alla Commissione Europea. L’auspicio è che entro il 2017 il percorso si concluda”. Legato all’eccellenza agroalimentare c’è anche il progetto `Il Giardino dell’Olivo e dell’Arte’, ideato da Vittorio Beltrami, condiviso dall’amministrazione comunale e sostenuto da partner prestigiosi: l’Università Politecnica delle Marche, l’istituto agrario `Cecchi’, l’Accademia Agraria di Pesaro e il Museo del Balì. Alla base c’è un’attività di sperimentazione e ricerca delle migliori cultivar autoctone che hanno reso eccellente la DOP Cartoceto, allo scopo di replicarle nei numeri e quindi aumentarne la produzione, in modo da poter reggere le sfide coi mercati globalizzati. Contestualmente, alberelli di tali cultivar verranno piantumati in un’area verde comunale e nella stessa location saranno collocate opere di artisti locali, così da creare un originale sito attrattivo”.
Fonte: Il Resto del Carlino