Performance positive per i territori dell’agroalimentare italiano, dalla filiera barese dell’ortofrutta alla mozzarella di bufala campana
C’è quello del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene, ormai una certezza nel panorama del Made in Italy agroalimentare più conosciuto al mondo. Ma ci sono anche i dolci di Alba e l’ortofrutta barese. Le conserve di Nocera e il cioccolato torinese. Sono questi alcuni dei distretti più effervescenti dell’agroalimentare italiano, quelli che nel 2022 hanno registrato i tassi di crescita più competitivi, in particolare sui mercati esteri. La Direzione Studi e ricerche di Intesa Sanpaolo li tiene monitorati trimestralmente ed ha appena aggiornato i prospetti con i dati a fine 2022.
Nel 2022 le esportazioni complessive dei distretti agroalimentari italiani sono aumentate del 12,8% rispetto al 2021 e hanno superato i 25 miliardi di euro. Non sempre sono i distretti più grandi a crescere di più. Le nocciole del Piemonte, per esempio, una delle produzioni più rinomate dell’ortofrutta italiana, nell’ultimo anno hanno rallentato il passo, appesantite sia dagli aumenti dei costi di produzione sia dal calo delle rese per colpa della siccità. Al contrario, nel 2022 sono andati particolarmente bene il distretto dell’agricoltura della Piana del Sele, nella bassa Campania, così come appunto quello dell’ortofrutta della provincia barese.
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Fonte: Il Sole 24 Ore