Fatturato su del 47% nel 2021 per il Trento DOP. L’Istituto lancia una tre giorni per promuovere e valorizzare i legami col territorio.
Giro d’affari in crescita per le case spumantistiche associate all’Istituto Trento DOP, il marchio collettivo nato nel 1997 per iniziativa di istituzioni e produttori locali al fine di rafforzare l’identità delle bollicine di montagna e valorizzare il loro legame con il territorio. Dopo le performance positive dello scorso anno, «anche nel 2022 la denominazione ha continuato a registrare numeri in crescita sia a volumi sia a valore – spiega Enrico Zanoni, presidente dell’Istituto Trento DOP . Certo, tra i produttori inizia ora ad emergere qualche preoccupazione in relazione all’autunno e alle festività di fine anno, il periodo più importante per le bollicine, ma al momento è ancora presto per capire se e come impatterà sulle vendite del Trento DOP l’attuale situazione economica incerta».
Secondo i dati raccolti dall’osservatorio dell’Istituto, nel 2021 le vendite hanno superato le 12 milioni di bottiglie, in crescita del 40% rispetto al 2020 e del 23% nei confronti del 2019, mentre il fatturato complessivo del settore ha raggiunto i 50 milioni di euro, +47% sul 2020 e quasi +30% rispetto al 2019. «Sulla crescita hanno inciso in particolare il consumo maggiore di Millesimati e Riserve, a riprova della crescente reputazione della nostra produzione e del fatto che il mercato riconosce e premia il rigoroso lavoro dei nostri associati; una sempre maggiore destagionalizzazione dei consumi; e infine gli aumenti dei prezzi di listino, necessari per compensare il rialzo dei costi che i produttori devono affrontare».
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Fonte: L’Economia – Corriere della Sera