Con più di 200 milioni di fatturato l’Oleificio Zucchi, con sede a Cremona, è un’azienda a gestione familiare che vanta oltre 200 anni di storia. Tradizionale produttore di olio di semi, da quindici anni è tornato a imbottigliare olio extravergine di oliva, puntando su un prodotto a marchio, che affianca l’attività di copacker. La tracciabilità è stata il fondamento per sviluppare un disciplinare molto evoluto che regola una filiera con un centinaio di soggetti, tra frantoi e conferitori (non totali).
“Il 70% dell’olio viene venduto in promozione e spesso sottocosto – spiega Giovanni Zucchi, vicepresidente di Oleificio Zucchi-. Avevamo pertanto bisogno di valorizzarlo. Su stimolo di Legambiente, con CSQA è stato costruito un disciplinare (aperto, chiunque lo può adottare) che ha coinvolto tutte le organizzazioni dei produttori. E che è andato a integrare gli aspetti di tracciabilità e salubrità del prodotto con tutti i punti più avanzati in termini di sostenibilità: ambientale (produzione integrata o biologica, impronta ecologica del prodotto, tutela della biodiversità, residuo zero), sociale (rapporti di lavoro, lotta al caporalato), economica (equità del prezzo del prodotto, con un premio del 10-15% rispetto al mercato, quando caffè e cacao equo-solidale si attestano sul 10%). Sul caporalato – fa sapere – abbiamo fatto un’importante selezione delle imprese e stiamo creando, soprattutto al Sud, dei monitori sul territorio (per esempio responsabili territoriali sindacali), che possano ricevere denunce anonime”.
Zucchi ha partecipato alla recente ricerca sullo stato dell’agricoltura 4.0 sviluppata dell’Osservatorio Smart AgriFood della School of Management del Politecnico di Milano e del Laboratorio Rise dell’Università degli Studi di Brescia. Un aspetto su cui vuole puntare, insieme con quello nutrizionale e salutistico. “Attraverso il Qr Code il consumatore può conoscere i valori di analisi del lotto (tra cui acidità, perossidi, delta K, polifenoli, pesticidi, misurazione del fruttato ndr) compresa la provenienza provinciale della cultivar. È un argomento che intendiamo cavalcare. Il nostro database, accessibile al frantoio e all’impresa olivicola nel caricamento dei dati, raccoglie 150 indicatori ambientali su 180 complessivi. Questi consentono di dare informazioni al consumatore e successivamente approfondire gli aspetti nutrizionali e anche quelli tecnologici di cui si sente il bisogno. come l’agricoltura di precisione in campo”.
Fonte: Fresh Point Magazine