Il gelo in Francia ha gettato il panico tra i viticoltori e allarmato tutta l’opinione pubblica: a Epernay, la “capitale industriale” dello Champagne, nei giorni scorsi si sono registrate cadute improvvise delle temperature da + 6° fino a punte di -7°. La viticoltura è la prima voce del PIL agricolo e sta combattendo contro il gelo e le sue terribili conseguenze: elicotteri che volano bassi sui vigneti per far evaporare i cristalli di ghiaccio prima che si attacchino alle gemme, impianti d’innaffiamento artificiale che spruzzano acqua polverizzata sulle vigne, giganteschi falò tra i filari per alzare le temperature notturne.
Difficile al momento quantificare i danni, data l’estensione del fenomeno che ha colpito quasi tutta la Francia seppure con intensità diversa. In Languedoc 20mila ettari di vigneto, l’80% di tutta la superficie vitata, è stata distrutta. Nella regione del Cognac, nel dipartimento della Charente, 25mila ettari (su 75mila) di vigneto non produrranno un grappolo e altri 20mila sono stati gravemente danneggiati. E il direttore del gruppo Hennessy (che fa parte del colosso Lvmh), Florent Morillon, ha già assicurato ai produttori il sostegno dell’azienda che è il primo produttore di cognac e quindi il primo cliente delle varie cantine della regione. Anche perché, nel Cognac non c’è la buona pratica di accantonare delle «réserves climatiques» per far fronte a congiunture avverse come una maxigelata, a differenza dello Champagne, infatti, il cui meccanismo ben rodato metterà al riparo il bilancio delle aziende, anche se qui la gelata ha colpito solo il 35% dei 34 mila ettari di vigneto. Dove, invece, la gelata fa fatto davvero danni pesanti, fino al 100% dei vigneti in certe aree, è nella regione del Bordeaux in cui i tecnici sono già al lavoro per favorire in qualche modo una seconda fioritura: se no, addio a milioni di bottiglie di Bordeaux.
Fonte: Italia Oggi