La produzione di Gorgonzola DOP aumenta, confermando un trend in atto dal 2013; i consumi interni crescono, seppur di poco, e questa è già una notizia nel compatto lattiero caseario; l’export viaggia a ottimi ritmi, consolidando i risultati messi a segno nel recente passato. Il Gorgonzola DOP archivia il 2016 in maniera positiva e si conferma una delle DOP italiane più ‘in salute’.
Il racconto in numeri di quello che è accaduto nelle aree di produzione comprese tra Piemonte e Lombardia comincia con i dati diffusi dal Consorzio di tutela Gorgonzola: i 37 caseifici che rappresentano la totalità della produzione di Gorgonzola DOP hanno realizzato 4.581.155 forme. Una cifra cresciuta di 79,913 unità rispetto al 2015, il che significa +1,78 per cento. Il confronto con il biennio precedente è ancora più lusinghiero: 138mila forme in più rispetto al 2014 (+3,10%) e ben oltre 400mila a fronte del 2013 (+10% circa). La tipologia Piccante continua a rappresentai-e una nicchia con 516.363 forme prodotte nel 2016 (11,27% sul totale), ma anch’essa è in costante crescita. Dal 2013, infatti, quando ha raggiunto il 9% del totale, la produzione di Gorgonzola Piccante è salita a]l’incirca di un punto percentuale ogni anno.
Secondo aspetto: i consumi domestici. Le elaborazioni a fonte Clal indicano un incremento a volume nel periodo gennaio-novembre 2016 di +1,3% a valore e +0,50% a volume. L’esiguità della variazione non tragga in inganno, perché nello stesso periodo altri prodotti caseari di primissimo piano hanno conosciuto maggiori difficoltà. Sempre in base ai dati Clal, nei primi undici mesi dello scorso anno il Grana Padano DOP ha registrato nei consumi domestici una flessione del 3,3% a valore e di 1,8% ira quantità; il bilancio negativo è praticamente identico per il provolone (rispettivamente -3% e -1,8%), mentre il burro ha perso il 2,9% a valore e il 2,1% a volte. Un calo che ha assunto proporzioni preoccupanti nel caso dei latte fresco (-3,9% e -4,0%) e uht (-6,5%o e -3,1%). A restare in territorio positivo, almeno a volume, sono stati l’Asiago DOP (+2,3%, ma con una flessione di 1,2% a valore) e i formaggi duri noti DOP, che sono cresciuti del 2,1% in quantità, a fronte però del -1,3% patito a valore.
Insomma il Gorgonzola DOP esce bene dal confronto e, in aggiunta, raccoglie ottieni risultati Export. In questo caso i numeri sono a fonte Istat: nei primi nove pesi del 2016 l’export ha raggiunto 14.706 tonnellate, con un saldo positivo di +8,9% rispetto all’analogo periodo precedente. Il controvalore è calcolato dall’lstat in più di 86,7 milioni di euro. Il primo mercato fuori dai confini nazionali si corifei-ma la Germania, con 4.329 tonnellate (+6%), seguita dalla Francia (3.168 t) che sale del 13,47% sempre nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 31 settembre 2016. Ancora migliore il trend delle vendite in Spagna, terzo mercato per il Gorgonzola con 820 tonnellate e un balzo delle vendite del 14,34% rispetto ai primi nove mesi del 2015. In grande ripresa gli Usa, che hanno acquistato il 41,91% in più di Gorgonzola, per un totale superiore alle 329 tonnellate. Appare invece in leggera flessione (-1,52%) il prezzo medio del prodotto esportato nei vari paesi, attestato a 5,9 euro/kg.
Fonte: Food