Dopo la notizia delle false etichettature di vini pregiati, da parte del titolare di un’azienda vinicola di Montepulciano, nel capoluogo poliziano non si parla d’altro. Si fanno congetture su chi potrebbe essere la persona che, pur non coinvolgendo il Vino Nobile di Montepulciano DOP e altri vini pregiati del comune, ha imbottigliato,etichettato e distribuito migliaia di bottiglie di vino comune dandogli nomi di grande pregio come Brunello, Chianti e Vernaccia. Sulla questione è immediatamente intervenuto il presidente del Consorzio del Vino Nobile Andrea Natalini, il quale ha precisato, che al momento non si conosce il nome dell’azienda e del suo titolare ma che con grande probabilità il nome Montepulciano è saltato fuori dall’indagine
“E’ importante – ha sostenuto il presidente dell’ente di tutela del Nobile – che nessun vino del territorio di Montepulciano sia risultato falsificato, il nostro compito è quello di valorizzare questo prodotto, controllandone l’intera filiera garantendo al massimo il consumatore finale“. Due sono le ipotesi principali che ieri la maggioranza dei produttori di Montepulciano faceva. La prima che si tratti di una azienda recentemente venduta ma che ha ancora sede fiscale a Montepulciano, dove si trova la cantina capofila, titolare di vigneti a Montalcino, San Gimignano e nel Chianti e che ha sempre prodotto e imbottigliato marchi di questi territori, da tempo in crisi e venduta circa un anno fa, dopo essere stata divisa in vari settori. In questo caso avrebbe avuto ancora disponibilità di vino, magari di qualità inferiore usato nella presunta truffa per far cassa.
L’altra ipotesi, quella meno probabile, ma comunque possibile, è che si tratti di un commerciante imbottigliatore, il quale abbia acquistato più partite di vino comune da pasto non certificato, presso aziende diverse, per poi tagliarlo con altri vini e imbottigliarlo falsificandone la provenienza e soprattutto, per dargli un forte valore aggiunto, etichettarlo con nomi di pregio. Comunque sia “il Consorzio – conclude Natalini – intende tutelare in ogni sede il marchio e il nome di Montepulciano e nella malaugurata ipotesi che si trattasse di un’azienda consociata. non esiteremmo a applicare in modo ferreo quelle che sono linee guida della nostra istituzione”.
Fonte: Corriere di Siena